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L'IMPERATORE È NUDO E FA L'EFFETTO CHE FA |
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PROLOGO
Madido.
Di sudore, e con il cuore che girava come una trottola a stringere le arterie.
E il cervello prossimo a bollire.
Madido. Si svegliò madido l'Imperatore, quella notte dell'autunno appena scorso.
Non è che avesse fatto un brutto sogno. Anzi, non ne ricordò alcuno.
Ma nel brusco e tachicardico risveglio percepì, con una chiarezza di cui mai aveva fatto esperienza, l'ingresso in uno spazio nuovo ed originale, diversissimo da quello che aveva frequentato fino alla pesante caduta nel sonno che abbondanti e diversi vini avevano favorito dopo la mezzanotte della sera precedente.
Forse quello spazio nuovo era abbacinante.
Forse era impazzito.
...
È.
È impazzito!
L'Imperatore è impazzito.
Il carro degli Imperatori è impazzito.
All'improvviso non ha riconosciuto il suo solito mondo. Un'abbacinante e imprevista coscienza gli ha fatto vedere l'assurdità della retorica fatta di castelli, castellane, torri e fossati, cavalieri e cimieri, vassalli e tirannelli, falconi e madonne, .insomma tutto un medioevo finto e drogante.
Di certo gli diranno: ma come?! hai forse il coraggio di rinnegare un mondo che fino ad oggi ti ha permesso di avvicinarti spavaldo alla torta!? Cosa vuoi fare? vuoi fare l'originale a tutti i costi? Vuoi distinguerti, di' la verità.
È che l'Imperatore con quel suo risveglio improvviso e sudato ha preso coscienza di sé, del suo ruolo, della sua .finzione. Una finzione che asseconda lo spettacolo ma mette in freezer la coscienza e l'intelligenza e se dalla tua vita togli coscienza e intelligenza rischi di avere a che fare solo con il suggeritore e le battute da bar sport mentre sei pronto per essere fottuto dal primo dittatorello o mafiosetto di passaggio.
Urca, che casino!
IL PANZONE
Ma chi sei? Chi sei, brutto panzone?
Ma non lo vedi che non entri nell'ascensore che ti porta al 20° piano?
E dimmi, panzone senza testa, che ci vai a fare al 20°?
È lì che vi riunite?
Mi hanno detto che tu e altri dodici panzoni senza materiale pensante vi riunite per giocare all'aumma-aumma in onore della tangente e dell'appalto.
Dell'amico e del compare.
Del bicchiere della staffa e del ramino al circolo.
Che carini che siete!
Tutti panzoni, tutti senza una bietola di cervello.
Ma tutti zeppi di galateo, .e patatì e patatà, ...
- Cava la mia signova! La tvovo di una fovma bvillante.
E poi giù con quegli inviti del weekend:
- Cavo il mio avvocato, lei deve pvopvio venive nel mio casale sull'agvo vomano .non mi cvedevà ma adesso abbiamo scopevto una fonte tevmale a due passi dal letamaio del nostro fattove.
Sì, voi panzoni, quelli di scarse sinapsi ma con gli avvocati giusti che conoscono il codice e il controcodice che nessun decreto legge riuscirà mai ad abolire.
E se ci penso...
Quando ci penso il cuore mi scivola fino alla rotula del ginocchio destro, ...siamo io e i milioni di strappaschifo come me a finanziare il tuo colesterolo e la cellulite della tua giovane ganza smorfiosa.
Per forza, tu hai tutto!
E ce ne concedi a caro prezzo qualche scampolo.
Ma, .ma, porco mondo, si può sapere chi sei?
Chi ti ha fatto così panzone?
Hai sangue turchese?
Hai una stella al posto dell'ombelico?
Hai sbancato Montecarlo?
Hai commerciato sabbia tra Timbouctou e Tam?
Tua moglie si distrae facile tra una poesia e una soap?
Cosa sai che l'imperatore vuol nascondere?
In quale loggia vai a prendere il solito aperitivo?
Di', quanto si paga per entrare nel tuo circolo, panzone senza testa?
IL GRAN SERPENTE
Chi ti parla, mio Imperatore, è un cittadino a cui sudano le mani quando ha a che fare con uno che sa.
Ma quel sudore è segno di un vicino terrificante (credimi!) urlo che sa di smaniosa impazienza.
Ma chi credi di essere, mio Re?
Prima di te hanno parlato di potere mille filosofi, solo che loro, i filosofi, al potere hanno sempre aggiunto il servizio. Tu però sei furbo, più furbo di mille filosofi, e hai sempre pensato che il servizio fosse una droga e che perciò il potere andasse disgiunto da sì perniciosa dipendenza e così hai inventato il potere da solo, fidando nelle capacità della tua persona che di sicuro avrà ricevuto doni esclusivi di giustizia e di senso della nazione, anzi, meglio, di senso dello Stato.
E fu così che facesti fortuna in mezzo ai malumori e i malumori diventarono (magia!) consenso e voti e potere.
Diventasti Re.
Dimenticando promesse, sogni e aspettative.
Che noi povericristi mai dimenticammo perché i malumori ce li ritroviamo, come una zavorra ormai maleodorante, quando madidi di sudore ci càpita di svegliarci di notte tra un sogno andato a male e un casino che ci aspetta domattina alle nove e trequarti.
E, porco mondo, se tu promesse, sogni e aspettative te le giochi con il primo simpaticone che ti fotte ai dadi, .e no, allora diventiamo .hai presente il boa? sì, il serpente, quello che stritola il malcapitato? Proprio così, un boa saremo per te.
E quella corona che qualcuno di noi ti ha messo sulla testa passa sulla testa del boa, che non ama i simboli ma i simboli gli piacciono.
IL GRAN TACCHINO
(quasi una litania)
Pavone Imperatore!
Pavone nostro
Pavone quasi celeste
Pavone difesa e benessere
Pavone forza di speranze e di attese
Pavone forza vera del sogno
Pavone forza contro il nemico
Pavone forza della natura
Tu, nostro pavone del progetto
Pavone del Paradiso
Pavone di Paradiso caraibico
Pavone che non teme l'errore
Pavone che non deve giustificarsi
Pavone ridente all'alba
Pavone ridente alla sera
Pavone felice
Pavone magnetico
Pavone severo con il debole
Pavone del libro e del conio
Pavone che provvede
Pavone senza profilo
Pavone ...
...ma no!
...non può essere!
Ma è un pavone o è ...?
Non ci posso credere.
Ma non è mica ...un tacchino?
IL SANTO
(quasi una invocazione)
A te ricorriamo, Imperatore e Re, celeste messaggero dei nostri giorni,
tu che siedi alla destra e alla sinistra a seconda di come tira il vento
tu che conosci ciò che fa per noi e per te
tu che per intercessione di amici molto confidenti
esalti o trascuri le vicende nascoste e quelle da nascondere
chiami chi ti onora e schiacci chi ti ricorda le regole dell'uomo
Tu guardaci e liberaci dai cattivi che non la pensano come noi
Confondi con poche battute chi ostacola le tue conquiste
Chiedi a tutti noi il sacrificio della libertà per il tuo passaggio alla storia
Allontanaci da chi sostituisce il tuo culto con la superbia della ragione
Nessuna umiltà si addice a chi s'inventa la verità
Piena di sé è la tua storia
Re di gorilla che teme solo i sorci
Rosso disgusto per tutto ciò che sa di ragione
Amen
IL TRAVESTIMENTO
O Re.
Ti ho visto!
Vizioso senza freni.
E perché ti nascondi?
Tu che sei padre della nazione hai rinunciato al giorno,
E ti sei nascosto nella notte e nelle protezioni interessate.
Vigliacco che recuperi le gesta di viziosi imperatori,
A cui danno fastidio gli argomenti dei sapienti.
Uccidili i sapienti che si fanno grilli di cristallo
e gridano in tutti i villaggi
la bellezza della sobrietà,
l'intelligenza dell'equilibrio,
la cura della nazione.
Tu al contrario ti nascondi
vergognoso delle tue ambiguità
con la vacanza dell'intelligenza,
e la nazione lontana dalle tue turbe.
O Re,
te lo debbo dire,
fai schifo.
IL RE È NUDO
Mai l'avremmo sospettato
Che tu potessi spogliarti,
e nudo, apparirci nel tuo falso splendore.
Ma ti sei guardato?
Ti sei piaciuto allo specchio?
Sei nudo, mio Re!!!!
E nessuna diversità ti rende intoccabile.
Cos'hai su quella tua pelle?
Ma lo sai che neppure dalle miniere di fango
escono così dimezzati,
Così amanti del fango!?
Mi spoglierò perché
Voglio un confronto con te
Voglio vedere se tu puoi vantare
Qualche merito su di me.
Tu sei pieno di vaioli e di sporcizie
Mentre io non ho bisogno di pomate e di pozioni.
Sei nudo!!!
E tutta l'autorità che qualcuno ti ha dato
Nulla può contro la verità del tuo corpo.
Sei nudo!!!
E perderai il tuo regno
Che si accartoccerà prima dell'esplosione finale.
Tu hai voluto questo bagno di verità
Che ora si muta in esplosione
Imprevista e che ti squalifica.
Il Re è nudo!
Dov'è la tua corte dei servaggi?
Hai schifato anche chi guadagna forte al tuo servizio.
Guardati attorno, nessuno che metta incenso nel tuo scaldino.
Puzza e segnacci hanno bruciato il tuo tempo
E non ti resta che lasciare il trono che noi prenderemo.
Ci riprenderemo.
IL BURATTÌLOQUO
Ti imitano, mio Re,
ti àdulano, mio Re
e non c'è bisogno che tu li minacci
sanno che ti fa piacere e questo basta per compiacerti
e pendono dalle tue labbra, mio Re
anzi ti precedono cercando di anticipare il tuo pensiero e le tue voglie.
Se la cosa non fosse tragica potrei scriverci sopra un romanzo.
E tu, mio Re, li lasci fare.
Hanno scelto di fare i servi e ti fa godere saperli servi
che ti assecondano e ti interpretano.
Sono venuti un giorno da te e si sono accucciati ai tuoi piedi
In quel momento tu disponevi di selvaggina e dolciumi
E li hai rintronati mostrando gratitudine per la loro disponibilità
Ma dentro di te cresceva una sensazione.
Non potevi esprimerti ma hai fatto fatica a non pronunciare una sentenza:
...che bello, i più fedeli sono i fessi
Fu così, mio Re, che diventasti nello stesso tempo
.burattinaio e ventriloquo.
Rarissimo caso di burattìloquo.
Forse di notte ti senti solo
Ma di giorno (vuoi mettere?) burattini e marionette ripetono le tue sentenze come salmi.
Sbronzi di salmi.
Ciucchi.
Ma fortemente motivati.
L'ORGANIGRAMMA
Mio Re, dimmi la verità.
È la cascata di potere quella che ti fa godere
come e più di una stella che esplode a qualche milione di anni luce da qui.
Ho detto giusto, la cascata di potere!
Tu lassù. Tu segno e contenitore di potere.
E giù fino all'ultimo dei tuoi valvassetti.
A tutti tu concedi pezzetti e pezzettini di ambizione.
E sai che dai valvassetti ai valvassini,
dai valvassùcoli ai valvassatanati,
dai valvassoni ai valvassacci,
tutti dipendono, .pendono, da te.
E fanno a gara per piacerti, per strapparti un sorriso
Di cui poi subito andranno a vantarsi
al bar sport dove finalmente credono di poter far colpo sulla cassiera bellona
troppo intenta a capire il tre verticale:
- Senti Mario, ."il grande capo", .sette lettere, .comincia con "str" e finisce con "zo".
-Stronzo!
L'ha detto Mario.
E il valvassetto, tutto zeppo del sorriso del suo Re e ammiccando di potere da tutti i pori, vaga in cerca del pisquano di turno a cui raccontare sorrisi e poteri.
Ma .
Una improvvisa raffica, .pallettoni? .fucile da caccia?
Titolo su nove colonne:
"la morte del valvassetto del Re
è mafia!"
QUASI UN MADONNO
Sei un Madonno a sei braccia, mandrucone di un Re.
Avevi sei spade invincibili e roteanti.
Quando le brandivi tutte e sei sembravi un'impastatrice,
una specie di betoniera veloce
che avrebbe reso felice qualsiasi impresario da subappalto.
E invece?
Al posto delle sei spade hai messo sei altre cose
che, mi dicono, più efficaci.
Adesso quando le brandisci tutte e sei mi sembri Mosè
sì, un Mosè moltiplicato per tre (o forse più)
che è riuscito a ipnotizzare Chissà chi
con il movimento a vortice e libeccio
delle sue sei braccia.
Sei un Madonno a sei braccia, piazzista di un Re.
E ti ho visto, smocciastuto d'un Re.
Ti ho visto far occhiolini d'intesa con quel mafiante all'ultimo stadio.
Sei un Madonno a sei braccia, sbrindellone di un Re.
Fai ridere i polli, i grilli, gli sballi, i calli, i gialli, gli urogalli.
Fai sbrucare i vermi, i germi, gli spermi, i tritermi, gli sparafermi.
Fai sciammanare i callisti, i ciclisti, i grillisti, i brodisti, gli sciupatristi.
Fai sgammattare le graziose, le scimose, le gramose, le spose, le sbarallatrigose.
Sei un Madonno a sei braccia, .ma ti sei visto allo specchio?
Ma il tuo specchio, è mai possibile che non parla?
O l'hai imbavagliato?
Di' la verità, hai venduto il tuo specchio a qualche Porta Portese
e l'hai sostituito con qualche adulatore.
Adulone! Coccobello, fischiettone!
Ambarabacciccicocò,
sputa l'osso sul comò,
fai l'amore con la figlia del trattore,
il trattore rinculò,
ambarabacciccicocò.
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